TEST DI TURING: AGLI ALBORI DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE TEST DI TURING: AGLI ALBORI DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE

TEST DI TURING: AGLI ALBORI DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Pubblicato il 7 Febbraio 2024
5 minuti di lettura

L’Intelligenza Artificiale (IA) sta assumendo un ruolo sempre più pervasivo nella nostra vita quotidiana, trovando applicazione in una vasta gamma di settori che vanno ben oltre il solo ambito tecnologico. Sebbene l’IA possa apparire come una conquista tipicamente moderna, le sue radici affondano nella metà del ventesimo secolo. Un momento cruciale nella sua evoluzione è rappresentato dal contributo fondamentale del matematico Alan Turing, la cui visione e le cui ricerche hanno gettato le basi teoriche e pratiche per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale come la conosciamo oggi.

Il genio di Alan Turing: un pioniere dell'Intelligenza Artificiale

Alan Turing (1912-1954) è universalmente riconosciuto come uno dei padri fondatori dell’informatica moderna e dell’IA. La sua biografia racconta di un uomo che ha dedicato la vita alla scienza, offrendo un contributo inestimabile nel campo della crittografia durante la Seconda Guerra Mondiale e, successivamente, nell’ambito dell’informatica.

Turing fu infatti uno dei principali membri del team di Bletchley Park, dove contribuì alla decifrazione dei codici della macchina Enigma, usata dai tedeschi per comunicazioni militari segrete. Secondo il premier britannico Winston Churchill, il suo lavoro avrebbe aiutato a ridurre dai due ai quattro anni la guerra in Europa, salvando così quattordici milioni di vite.

Alla ricerca della Macchina Universale: la realizzazione di un sogno

Nel dopoguerra, Turing ha indirizzato la sua genialità nella creazione di un dispositivo elettronico che realizzasse il concetto di Macchina Universale. Il suo progetto, Automatic Computing Engine (ACE), aveva l’ambizione di superare i limiti dei calcolatori dell’epoca, puntando a un dispositivo in grado di memorizzare e manipolare istruzioni: un precursore dei moderni computer e dei super computer quantici.

Questa macchina è un modello che rappresenta un sistema di calcolo. Essa simula il funzionamento di un algoritmo su un nastro infinito, offrendo una base teorica per la comprensione di cosa significhi calcolare un numero o eseguire un programma. Il concetto è fondamentale nell’informatica e gioca un ruolo cruciale nella teoria della computazione.

La Macchina di Turing: un concetto rivoluzionario

La Macchina di Turing non è però soltanto un concetto astratto, ma anche la rappresentazione matematica del processo di calcolo. È un modello teorico che ha delineato i confini di ciò che è algoritmico e di ciò che è definitivamente “al di là” del calcolo meccanico.

Con questo modello, Turing ha di fatto formalizzato le basi dell’informatica, fornendo un linguaggio e un metodo per discernere le capacità delle macchine calcolatrici.

È stata questa visione che ha anticipato e plasmato il futuro del calcolo automatico, aprendo la strada a ciò che oggi consideriamo il computer moderno.

Logica e fisica, un binomio inseparabile: il ponte tra teoria e pratica

Turing ha innovato non solo nel campo della matematica pura ma anche nell’applicazione pratica della logica simbolica, trasformandola in un ramo dell’ingegneria fisica. Ha immaginato un mondo dove le astrazioni logiche si incarnano in dispositivi fisici, dando vita a macchine capaci di eseguire compiti complessi.

In questo modo, ha posato le fondamenta per la creazione dei computer, superando la mera teorizzazione per toccare con mano i risultati concreti della computazione.

Costruire un Cervello: l'Intelligenza Artificiale nasce qui

Il lavoro di Turing sull’intelligenza artificiale, radicato nella convinzione che le funzioni mentali umane potessero essere simulate da una macchina, possiamo dire abbia gettato le basi per le prime forme di Intelligenza Artificiale e Machine Learning.

La sua idea di “macchine bambino” (child machines), capaci di apprendere dal loro ambiente e sviluppare competenze, ha anticipato gli attuali sistemi di apprendimento profondo e le reti neurali.

La nascita del Test di Turing

Fu nel 1950 che Turing pubblicò un saggio intitolato “Computing Machinery and Intelligence”, nel quale propose quello che sarebbe diventato noto come il Test di Turing. Questo test aveva un obiettivo semplice ma audace: stabilire un criterio per giudicare l’intelligenza di una macchina.

Se un uomo, dialogando con una intelligenza artificiale attraverso una comunicazione puramente testuale, non è in grado di distinguere se stia interagendo con un altro essere umano o con una macchina, allora quella macchina può essere considerata “intelligente”.

Con il suo storico Test di Turing, il matematico britannico ha sollevato la questione se una macchina possa essere considerata intelligente sulla base della sua capacità di imitare il comportamento umano.

Questa provocazione intellettuale ha lanciato un dibattito che ancora oggi è al centro delle ricerche sull’intelligenza artificiale.

Oltre i confini della Macchina, la sfida dell'incalcolabile

Nel suo viaggio intellettuale, Turing si è imbattuto nel concetto dell’incalcolabile, ovvero di quei problemi che sfidano la capacità di soluzione algoritmica delle macchine.

Per esplorare questi confini, ha introdotto l’idea dell’oracolo (oracle-machines), una sorta di entità teorica che potrebbe eseguire operazioni al di là delle possibilità di qualsiasi macchina. Questo concetto ha spinto la logica matematica in una nuova era, sollevando interrogativi su ciò che è effettivamente calcolabile.

Il futuro immaginato da Turing: la visione incompiuta

Negli ultimi anni della sua vita, Turing si è dedicato a teorie di frontiera, come quelle legate alla morfogenesi e ai fondamenti della fisica quantistica. Anche se il suo lavoro su questi temi è rimasto incompleto, le sue idee continuano a essere una fonte di ispirazione per le generazioni future di scienziati e ricercatori.

Esistono applicazioni attuali del Test di Turing?

Il principio dell’imitazione della comunicazione umana è applicato in forme diverse, che tutti quanti conosciamo. Chi non si è imbattuto nei CAPTCHA? Questa forma di autenticazione è una sorta di Test di Turing all’inverso, nel senso che ha lo scopo di identificare e filtrare gli accessi automatizzati (bot) ai siti web, attraverso un test semplice per l’uomo ma complesso per la macchina.

Quello che non tutti sanno è che l’acronimo sta per “Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart”.

Gli stessi bot sono oggi valutati attraverso varianti del Test di Turing per rendere la loro interazione il più umana possibile, che sia per fornire assistenza agli utenti o, talvolta, per veicolare contenuti malevoli come lo spam e le fake news.

Ma l’incarnazione più fedele del sogno di Turing è rappresentata dagli assistenti vocali: basati su un sistema di interazione domanda-risposta, Alexa e Siri non hanno ancora superato il test, ma grazie al machine learning sono destinati a imitare in modo sempre più fedele il nostro comportamento.

E ChatGPT, ha superato il Test di Turing?

No, ma ci è andato vicino! L’ultima versione della tecnologia sviluppata da OpenAI si è notevolmente avvicinata a superare il Test di Turing, stando a un recente studio dell’Università della California a San Diego. Benché non sia riuscito a convincere pienamente i partecipanti di essere umano, Gpt-4 ne ha ingannato il 41%, migliorando notevolmente rispetto alla sua precedente iterazione, Gpt-3.5, che aveva convinto solo dal 5% al 14% degli interlocutori.

I ricercatori hanno identificato la formalità eccessiva o viceversa l’eccessiva informalità, la lunghezza delle risposte e una grammatica troppo “perfetta” o scorretta come indizi chiave per riconoscere una intelligenza artificiale. Inoltre, hanno osservato che la tendenza dell’IA a fornire risposte generiche, dovuta alla sua ottimizzazione per evitare opinioni controverse, contribuiva a tradire la sua natura non umana.

L'importanza continua del Test di Turing

A distanza di oltre settant’anni, possiamo affermare che il Test di Turing mantiene la sua rilevanza come punto di riferimento nella storia dell’IA.

Esso continua a stimolare discussioni sulle capacità cognitive delle macchine e sulla natura dell’intelligenza umana e artificiale. Sebbene alcune critiche abbiano evidenziato limitazioni nel test, il suo valore simbolico come sfida verso la creazione di macchine sempre più avanzate rimane incontestato.

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Il Test di Turing non è solo una pietra miliare della storia dell’Intelligenza Artificiale, ma anche un punto di partenza verso le sfide e le opportunità che l’IA offre per il futuro.

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